HOME PUBBLICAZIONI ATTIVITA' CULTURALI CANAVESE PARLIAMO DI
CLARETTA CODA
INTORNO ALLA TRAGEDIA DELLA GALISIA
I CAMPI DI LAVORO
I PRIGIONIERI ALLEATI E I LORO SOCCORRITORI
Prosegue
con questo libro lo studio pubblicato in parte due anni fa - GALISIA
1944-2014 - sugli ex-prigionieri alleati
(POW*) fuggiti
dai campi di lavoro canavesani e torinesi dopo l’otto settembre 1943, e
l’inaspettato aiuto loro fornito dalla popolazione locale.
L’autrice
ha pazientemente continuato a raccogliere altro materiale da archivi pubblici e
privati, da testimonianze orali e da memorie manoscritte; altre notizie di
notevole interesse si sono poi aggiunte nel frattempo, come quelle
dall’Australia le cui autorità militari fin dal periodo bellico hanno
registrato informazioni dettagliate da ogni reduce e nello specifico da chi
proveniva dai campi di lavoro piemontesi.
Si
è così venuto a creare un quadro attendibile delle vicende di ex-prigionieri
internati sia nei campi di lavoro canavesani di Locana e di Spineto (frazione di
Castellamonte) sia in altri campi del Piemonte, dalle risaie delle province
di Novara e di Vercelli alle fabbriche della periferia di Torino.
Tutte
documentazioni interessanti ed inedite che approfondiscono ed integrano il libro
sulla tragedia della Galisia e che giustificano la pubblicazione di questo
volume. Questo non solo per le vicende dei vari soldati passati all’improvviso
dai campi di lavoro, regolati da leggi ben precise anche se non sempre
osservate, a sbandati in fuga in un territorio pressoché sconosciuto occupato
da truppe agguerrite, ma specialmente per il contributo, silenzioso e inatteso,
offerto spontaneamente dalle persone del luogo, specie del ceto più umile, per
proteggerli nelle frequenti retate, nutrirli e aiutarli in ogni modo, anche a
rischio della propria vita. E questo solo per altruismo, senza alcuna
aspettativa economica o di altro genere.
Questi
fuggiaschi non furono più visti come nemici pericolosi e sanguinari, come li
dipingeva la martellante propaganda del regime, ma come esseri umani, affamati,
bisognosi di tutto, in pericolo di vita, in grado quindi di suscitare grandi
slanci di solidarietà, di compassione e spesso anche di simpatia, in grado di
giustificare rischi terribili nel nasconderli, scaturiti sovente in sincere
amicizie che si sono talora prolungate ben oltre il periodo bellico.
L’aiuto
alla fuga fu poi prestato non solo da organizzazioni ufficiali su precise
direttive, ma spontaneamente e a volte da intere borgate.
A
livello ufficiale, l’apporto fornito da questi soccorritori è sempre stato
sottovalutato sia dai Comandi Alleati, per i quali l’Italia continuava ad
essere un teatro di guerra, sia a livello politico, non essendo appartenute
queste famiglie a specifiche organizzazioni.
Purtroppo
non sono tutte storie “belle” e nobili. Accanto alla solidarietà e al
sacrificio si trovano talvolta la delazione e l’inganno; accanto alla bellezza
e alla bontà, la cattiveria e la crudeltà e l’infida doppiezza. Sono storie
di guerra. Sono storie di esseri umani e gli esseri umani sono quello che sono:
c’è di tutto in
loro e tra di loro.
* POW = Prisoner Of War - Corrispondente all'acronimo italiano PG = Prigioniero di Guerra.
HOME
PUBBLICAZIONI ATTIVITA' CULTURALI CANAVESE
PARLIAMO DI