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COLLANA ORCO ANTHROPOLOGICA
2003

PRIMA CHE IL GALLO CANTI

- Aspetti della rivoluzione e controrivoluzione in Canavese e dintorni sul finire del secolo XVIII

di Domenico Forchino

Quando, nel 1999, uscì l’ultimo libro dell’Avvocato Domenico Forchino ("IL CAMBIO DELLA GUARDIA - Echi di vita pubblica canavesana sul finire del secolo XVIII"), molti auspicavano di vedere presto un suo ulteriore approfondimento su quel periodo, come promesso.

Domenico Forchino è stato di parola: vede oggi infatti la luce (ancora per i tipi della Tipografia Bolognino di Ivrea ed inserita –come la precedente– nella collana editoriale del CORSAC di Cuorgnè) una nuova opera, all’altezza della precedente ed ideale sua continuazione.

Ne "PRIMA CHE IL GALLO CANTI - Aspetti della rivoluzione e controrivoluzione in Canavese e dintorni sul finire del secolo XVIII" l’Autore –da tempo intento ad approfondire gli studi sul periodo a cavallo tra i secoli XVIII e XIX– supportato da un solido bagaglio culturale ed una profonda conoscenza del periodo storico considerato, procede, dopo attenta e personalissima analisi delle fonti, con la consueta perizia, nello sviscerare gli avvenimenti di quel tormentato periodo pesantemente influenzato dagli effetti della rivoluzione francese.

Con ritmo (vedi il capitolo "Il nemico si avvicina") e stile, sulla scorta di documenti inediti o rivisti in diversa luce, l’avvincente modo di Domenico Forchino di narrare la storia (esemplare, al riguardo, il capitolo introduttivo) ci proietta concretamente in quel passato, facendoci rivivere emotivamente le sue umane grandezze e debolezze.

L’Autore si produce in un vivace ritratto dello spazio temporale compreso tra "Rivoluzione" giacobina e "Controrivoluzione" (tenuto conto, come egli afferma, che "le rivoluzioni non si possono cancellare con un tratto di penna" e che "il ritorno al passato non poteva essere come prima"), con approfondimento di alcune vicende prettamente eporediesi.

Di queste ultime sono particolarmente significativi i capitoli concernenti l’atteggiamento dell’allora Vescovo di Ivrea Monsignor Ottavio Pochettini di Serravalle, le misconosciute vicende della presa del forte cittadino della Castiglia, l’interessante relazione del Sindaco di Ivrea, il Conte Mosca (che traccia un succinto quadro degli avvenimenti occorsi e delle rispettive cariche ricoperte in Ivrea dal dicembre 1798 al maggio 1799 sotto il Governo Repubblicano ed è fonte di preziose informazioni sull’ambiente cittadino e sulle sue istituzioni), o la rivoluzione "smarrita" del 1797.

La professione forense di Domenico Forchino traspare pienamente in alcuni capitoli di questo nuovo libro, quali quello concernente il Tribunale di alta Pulizia di Ivrea (una comune ed approfondita ricerca presso l’Archivio di Stato di Torino ha permesso di trovare, al momento, purtroppo solo poche carte, ma si sa, le speranze dei ricercatori sono dure a morire…) ed un processo di quel Tribunale rivoluzionario a carico di tale Claudio Piccolet, nonché il capitolo riguardante i giudici e le giudicature nel periodo.

Con molta umiltà l’Autore così descrive il suo lavoro: "abbiamo esplorato per via qualche angolo buio, incontrato personaggi, sentito testimonianze, trovato carte preziose e tentato di ricostruire, col loro aiuto e fin dove possibile, un’indagine, un clima, un ambiente e una rivoluzione, o quel che le assomiglia, che sembrava smarrita e possiamo adesso considerare ritrovata in attesa che prima o poi emergano dal buio degli archivi i documenti ancora mancanti per completare nei particolari il quadro generale degli eventi che abbiamo tracciato…".

E adesso, passata la fatica e assaporata la gratificazione di aver fatto un buon lavoro, è tempo – credo – di "sentire il gallo cantare", ossia di attenderci una nuova ed avvincente rivisitazione storica di Domenico Forchino delle vicende che hanno seguito la vittoria napoleonica di Marengo!

 Guglielmo Berattino

 

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