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I confini del Canavese ieri e oggi

secondo Bertotti Mario (1973)

(Bertotti Mario - Documenti di storia canavesana – p.416 ) ..Nell’epoca più antica il nome Canavese indicava un distretto che faceva capo a Canava… situata nel triangolo Cuorgnè – Rivarolo – Castellamonte… Questo fu il Canavese più antico. I feudatari che erano legati a questo centro politico, militare e commerciale e risiedevano nelle zona circostante, ne conservarono il nome e acquistarono altre terre, con matrimoni, alleanze e guerre allargarono il loro dominio. Alle famiglie "maggiori" Biandrate, Castellamonte, Valperga e San Martino se ne aggiunsero altre "minori", per averne protezione o per opportunità, specialmente nel periodo delle lotte fra guelfi e ghibellini. Si formarono dei Consortili, che estesero il nome "Canavese" alle valli dell’Orco, del Soana e del Chiusella verso la pianura alle porte di Torino e di Ivrea.

Un secondo nucleo storico fu quello dei Marchesi di Monferrato che risiedevano a Chivasso. Il loro intervento nelle lotte fra i feudatari canavesani ebbe talora un peso decisivo e permise loro un’espansione verso la zona Est di Torino. Il risultato delle loro azioni diplomatiche e militari fu così sintetizzato dal Pinchia nel suo "Itinerario Canavesano"(Ivrea 1927):

"Bonifacio di Monferrato, quegli che dalla crociata in Terrasanta ne recò il grano turco, sposò Margherita, figlia di Amedeo IV di Savoia, con la dote di Collegno, Pianezza e Valle di Lanzo(1254). Spenta la discendenza Aleramica dei Monferrato con Giovanni II, la vedova di lui, un’altra Margherita di Savoia, figlia di Amedeo V, ritenne le castellate di Lanzo, Ciriè, e Caselle, pretendendo altre terre fra Malone e Stura quale retaggio Canavesano, benché pertinenti al Baliato di Susa. Queste castellate costituirono in seguito la dote di Violante, figlia di Teodoro Paleologo e di Argentina Spinola, sposa ad Aimone di Savoia (1320). Ai Marchesi Monferrato come ai Biandrate fece sempre comodo ritenere "Canavese" il territorio fra le due Dore, perché le "ragioni feudali" davano loro il pretesto di intervenire nelle faccende di Ivrea".

…Tra Ivrea e Canavese durò però a lungo una distinzione netta, poiché troppo diversi i sistemi di governo, comunale quello degli Eporediesi, strettamente feudale invece nell’Alto Canavese. Solo dopo il 1500, diminuito il potere dei nobili e quello dei Comuni, le due regioni, unite sotto Casa Savoia nella buona e nella cattiva fortuna, si fusero assieme formando il Canavese attuale.

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I confini geografici della nostra regione si possono segnare con una certa chiarezza: in un punto solo, dove nella bassa Valla di Lanzo si è fatta sentire l’influenza di Torino, vi possono essere contestazioni.

Partendo dalla Colma di Monbarone, il Canavese è delimitato dalla linea che passa fra Carema e Quincinetto (ancora canavesani) e Pont San Martin e segue la sommità che separano la valle Soana dalla Valle i Aosta. Il confine tocca poi la sommità della Torre Lavina, la punta del Gran San Pietro, il Colle del Nivolet e raggiunge le Levanne per tornare verso la pianura. Dopo aver seguito la sommità della catena che divide la Valle dell’Orco da quella di Cantoira, poco dopo la punta dell’Angiolino nelle vicinanze di Locana scende quasi ad angolo retto a tagliare la bassa Valle della Stura poco sotto Lanzo. Qualche antico scrittore ha unito al Canavese anche le Valli di Lanzo, ma potrebbe essere un po’ esagerato.

Si devono considerare "Canavesane" le zone di Corio, Ciriè, Grosso e Mathi da un lato del torrente, Cafasse e Robassomero dall’altro. Caselle e Borgaro che una volta si dicevano canavesani, ora sono ufficialmente "Torinesi" ed ormai aggregati alla "cintura" della grande città verso la quale tendono i loro interessi e la loro attività. Da Caselle la linea del confine del Canavese tocca Leinì e raggiunge il Po presso Chivasso e lo segue fino alla foce della Dora Baltea, risalendo poi verso Nord. Di là dal torrente vi sono ancora canavesane le borgate di Borgomasino, Masino, Cossano, ed Azeglio come è ancora canavesana la sponda occidentale del lago di Viverone. Da questo punto il confine risale alla sommità della Serra e ne segue il crinale fino alla Colma del Monbarone.

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