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Pubblicazioni in distribuzione ai soci CORSAC 2/2011
COMUNE DI CUORGNE'
CORSAC
Appunti per una storia di Cuorgné
vita religiosa
di
Giovanni Bertotti
La notevole opera di Giovanni Bertotti esce in occasione del duecentesimo anniversario della riconsacrazione dell'attuale chiesa parrocchiale di Cuorgné che dopo il crollo della precedente venne ricostruita nello stesso luogo.
Essa si affianca all'altrettanto corposo volume del padre Mario - Appunti per una storia di Cuorgné, uscito postumo nel 1983, che per molti studiosi ha costituito e tutt'ora costituisce una sicura fonte di dati spesso fondamentali per le loro ricerche. Con lo stesso schema espositivo di sequenza cronologica, riportando fedelmente numerosi documenti di origine ecclesiastica fin'ora inediti, ripercorre la vita del luogo.
PRESENTAZIONE
del Prof. Achille Erba
Università degli Studi di Torino
Il titolo del volume Per una storia di Cuorgné non promette una storia di Cuorgné, ma soltanto la raccolta del materiale documentario indispensabile a essa. E’ il frutto di una lunga tradizione di famiglia, dedita, per l’amore del luogo natio, ad ampie ricerche d’archivio al fine di evitare la perdita della memoria storica del passato, in cui essa riconosce le proprie radici.
Questo spiega l’ampiezza dell’arco cronologico del presente volume che, nei primi sette capitoli da me esaminati, va dal periodo precristiano all’Ottocento, quando, con la Rivoluzione Francese, sparisce il piccolo mondo d’Ancien Régime di Cuorgné.
Tuttavia, nell’impostazione cronologica generale, i primi tre capitoli si staccano dagli altri quattro, perché fondati su precedenti ricerche storiche riguardanti la città di Torino e la diocesi di Ivrea, che lambirono anche la vita del borgo canavesano.
Con il quarto capitolo Dal 1400 al 1500, inizia la presentazione dei documenti d’archivio secondo un rigido schema annalistico, che privilegia la prospettiva religiosa, a complemento di un precedente volume di Mario Bertotti sulla «vita civile» di Cuorgné.
I documenti sono trascritti senza alcun intervento sul testo, segnalando soltanto lacune o altri difetti di scrittura, che renderebbero impossibile o difficile la lettura o l’interpretazione.
In tal modo, anno dopo anno, vengono rievocati, a filo dello scorrere del tempo, persone anonime, personaggi importanti, atti di vita quotidiana, rapporti sociali, molto spesso litigiosi, ma sempre mediati e aperti alla prospettiva religiosa, facilmente sconfinante nel leggendario miracoloso, che l’autore puntualmente denuncia.
Questo tipo di società e di mondo, in cui vivevano gli abitanti di Cuorgné, entra in crisi nel 1794, quando una lettera del governatore di Ivrea segnala che i sovrani sabaudi per far fronte alla minaccia d’invasione della Rivoluzione Francese, hanno deciso di incamerare i beni delle chiese e delle confraternite.
Le prime a essere requisite furono le campane, che dovevano essere inviate al Regio Arsenale per farne dei cannoni. Ma «su 23 campane esistenti in Cuorgné, fra chiese, conventi e cappelle delle frazioni, si decide di inviarne 5 al Regio Arsenale».
La situazione precipitò con l’invasione delle armate rivoluzionarie, che procedettero alla soppressione dei conventi sia maschili sia femminili, a partire dal 1798. Il 28 dicembre 1798, le benedettine cuorgnatesi si radunarono, probabilmente per l’ultima volta, per un atto pubblico: sotto la direzione della madre badessa donna Giovanna Battista Damodé e con l’intervento di altre 13 monache, fu fatta una sistemazione dei crediti del monastero stesso, cedendo ai canonici della Collegiata di Cuorgné i lasciti per le sante messe.
Nel 1802, la soppressione era già fatto compiuto. Precedentemente, nel 1798, era stato soppresso il convento dei Minori Conventuali, annesso al santuario mariano della Rivassola, celebre per i suoi miracoli, mentre «per ordine di Napoleone, furono atterrati gli altari della chiesa della Rivassola, messe all’asta le suppellettili».
Rimase in vita la Collegiata di Cuorgné, di cui un atto del 23 piovoso (12 febbraio), Anno VII della Repubblica Francese, porta le firme, che recano i segni dell’invasione rivoluzionaria: «Cittadino Antonio Tessiore preposito, Cittadino can. Salesio Zerboglio, Cittadino can. Domenico Zerboglio, Cittadino can. Felice Thesia».
PREFAZIONE
Giovanni Bertotti
A mio papà Mario che ha iniziato la
catalogazione e trascrizione
di questi documenti
e a mio fratello Luigi che mi ha sempre
incoraggiato in questi studi lasciandomi
l’impegno di portarli a termine.
La ricorrenza del bicentenario della ricostruzione della chiesa parrocchiale ha offerto l’occasione per pubblicare questa ricerca sugli aspetti della vita religiosa nel territorio cuorgnatese, dalla più antiche testimonianze fino ai giorni nostri.
La storia della religiosità di una comunità locale non è solo storia degli edifici di culto , della loro struttura e pregi artistici, ma anche storia di tutte quelle persone che hanno dedicato la loro attenzione e spesso anche i beni personali ad abbellire la loro chiesa e a dare assistenza e conforto al prossimo specie nei periodi più critici.
Non ci si può limitare quindi ad uno scarno elenco dei lavori, degli artisti e dei committenti, ma occorre anche ricordare le manifestazioni religiose, i loro protagonisti e ispiratori, i Santi ai quali la comunità faceva riferimento invocandone la protezione. Come anche coloro che seguendo i precetti evangelici decisero di abbracciare la vita religiosa dedicandosi interamente alla preghiera ed all’ assistenza del prossimo.
Studio molto vasto, durato parecchi decenni ed iniziato da Mario Bertotti negli anni ‘40 del secolo scorso, prendendo in esame tutti i documenti disponibili dell’Archivio Parrocchiale e di quelli delle confraternite di San Giovanni Decollato e della Santissima Trinità per oltre 12.000 tra carte e pergamene.
Egli ne compilava un regesto manoscritto e contemporaneamente delle schede riassuntive ordinate per anno, come già fatto per i documenti dell’Archivio Comunale, dalle quali aveva tratto il testo sulla storia civile cuorgnatese, pubblicato nel 1983 dopo la sua morte.
Il primo capitolo, quello sul periodo precristiano, venne già scritto praticamente completo fin dal 1991 da mio fratello Luigi.
Si è quindi intrapreso il riordino e la trascrizione delle schede religiose, rimaste allo stato di bozze, integrandole con i risultati delle ricerche più recenti e con quanto emerso nel frattempo da altri archivi, in particolare dall’Archivio Arcivescovile di Torino con la sua mole imponente di verbali manoscritti delle visite pastorali, succedutesi regolarmente a partire dalla fine del 1500, in latino e spesso di lettura assai problematica per calligrafia e abbreviazioni.
Appare evidente che una pubblicazione impostata su questi criteri si presta a critiche di soggettività e di incompletezza. Soggettività in quanto riportare la sintesi di un documento, talora anche di più pagine concentrandolo in poche frasi, è sempre una scelta soggettiva, di cosa trascrivere e cosa tralasciare. Incompletezza in quanto studiosi, magari di specifici e limitati argomenti, non vi possono trovare tutte le notizie di loro interesse.
Per ovviare a questi inconvenienti si sarebbero dovuti trascrivere tutti i documenti nella loro interezza e nel testo originale ed allora credo non sarebbero bastati dieci di questi volumi.
Proprio per questi motivi Mario Bertotti ha voluto premettere al titolo della sua opera sulla Vita Civile il termine "Appunti" col significato di offrire la sintesi di una serie di documenti per i quali si rinvia lo studioso che voglia approfondire precisi e limitati argomenti, all’archivio originale.
Le schede di Mario Bertotti si fermano al 1950: riteneva infatti, da un punto di vista prettamente storico, che gli eventi si potessero valutare nella loro giusta prospettiva solo ad idonea distanza di tempo.
Abbiamo però voluto aggiungere anche gli ultimi decenni, in forma di cronaca, per ricordare i fatti più importanti, non sempre ben documentati e per i quali si è dovuto spesso attingere a testimonianze orali con inevitabili margini di incertezza.
Non abbiamo avuto la pretesa di scrivere una storia religiosa completa ed esauriente, bensì di riportare in maniera riassuntiva i documenti reperiti, non solo della chiesa parrocchiale ma anche delle altre chiese e cappelle campestri che fanno capo alla parrocchia cuorgnatese, oltre a quelli delle confraternite ed associazioni locali.
Questo volume non vuole essere soltanto un’opera storica, utile agli studiosi per approfondire con maggior precisione singoli episodi o periodi storici, inquadrandoli in contesti più generali ed alla luce di ulteriori ricerche, ma ci auguriamo possa servire ai cuorgnatesi per ricordare le vicende delle loro associazioni religiose e delle chiese locali, i nomi di chi le ha costruite e volute belle ed eleganti, i parroci ed i religiosi di un passato ormai millenario, perché nella memoria di questo passato, premessa indispensabile di una consapevolezza unificante, possano conoscere ed apprezzare quanto loro lasciato in custodia.
Solo così gli studi di Mario Bertotti non andranno sprecati.
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