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RICORDO DI ANGELO GAYS
L’amicizia con Angelo Gays sorse spontanea e molto intensa fin dai primi giorni dall’ingresso in Accademia Aeronautica (ottobre 1962).
Alla nostra amicizia, oltre al fatto di essere entrambi piemontesi e di condividere valori morali e una profonda passione per il volo, contribuì anche il carattere sereno di Angelo, la sua simpatia e la sua ferma determinazione a superare gli ostacoli e le difficoltà che si presentavano nella vita in Accademia.
Con Angelo ed Augusto Bertinaria, un altro piemontese di Alessandria, formavamo un trio molto unito: condividevamo sia il tempo libero sia lo studio. Uscivamo spesso insieme in “libera uscita”. Vovissimo in me è anche il ricordo della preparazione degli esami più impegnativi di Analisi Matematica, di Fisica e di Aerodinamica, che superammo soprattutto per gli stimoli di Angelo a non demordere nei momenti in cui ci sembrava di non farcela.
Un altro ricordo memorabile riguarda l’avventura che condividemmo con una barca a vela del nucleo sportivo dell’Accademia di Nisida. Pur possedendo tutti e tre una scarsa esperienza velica, un pomeriggio ci facemmo consegnare una barca e ci avventurammo verso il mare aperto. Finché si trattò di andare dritti non sorsero problemi, ma quando decidemmo di invertire la rotta per rientrare ci accorgemmo che nessuno dei tre conosceva la giusta manovra e non sapevamo come fare. Passammo alcune ore al largo e solo verso sera decidemmo di ammainare la vela e di rientrare usando i remi, sperando che nessuno se ne accorgesse. Naturalmente fummo accolti dai lazzi divertiti dei nostri colleghi di corso, dalle severe reprimende dei superiori e dalla inevitabile punizione di consegna di rigore da scontare in cella.
Quando finalmente raggiungemmo le scuole di volo, prima a Galatina poi ad Amendola, tra una missione di addestramento e l’altra, ci scambiavamo esperienze sui voli fatti e si esprimevano ambizioni sulle specialità e sui reparti a cui avremmo voluto essere assegnati.
Pur destinati a specialità diverse, Angelo ai caccia-bombardieri su F84F ed io agli intercettori su F86K, ci ritrovammo entrambi a Rimini, dove Angelo rimase per circa un anno, prima che il suo gruppo fosse rischierato sulla base di Cervia.
I nostri incontri si fecero meno frequenti, e quando Angelo fu prescelto per far parte della Pattuglia Acrobatica Nazionale, io fui molto lieto per lui, perché coronava un sogno che coltivava fin dai tempi dell’Accademia.
La notizia del tragico incidente del 2 giugno 1973 mi raggiunse e mi sconvolse mentre mi trovavo per una lunga permanenza all’estero e solo dopo il mio rientro in patria ne appresi i particolari.
Angelo fa parte di quella nobile schiera di sette nostri colleghi del Corso Aquila 3° periti in incidenti di volo, che ricordiamo con commozione ed affetto in tutte le occasioni in cui ci ritroviamo.
Quando nel 2018 venni a conoscenza che era a rischio la conservazione della croce, che la mamma aveva fatto porre nel punto esatto in cui Angelo era caduto, d’accordo con la Sezione AAA di Cesano Maderno e con il concorso dell’Aeronautica Militare e della Sezione AAA di Pomezia, ne curai il trasferimento sll’interno dell’Aeroporto di Pratica di Mare, dove il 2 giugno prossimo, in occasione del cinquantesimo anniversario della sua scomparsa, con i colleghi del Corso Aquila intendiamo ricordarlo.
Giovanni Sciandra